lunedì 4 marzo 2013

Tennisti ed esultanze, saluti e balletti

In principio furono i calciatori. Dalla mitraglia di Batistuta al ciucciotto di Totti passando per l’aeroplanino di Montella  e le capriole di Martins,  l’esultanza  dopo la realizzazione di un gol è diventata per molti bomber una sorta di ‘firma’ e ha ben presto fatto tendenza anche in altre discipline sportive.


Anche nel tennis non mancano gli esempi di quelli che sono diventati dei veri e propri rituali post vittoria.  Si va dai modi di festeggiare più tradizionali, quali gli inchini di Agassi o i baci dispensati dalla Sharapova ai quattro lati del campo, a quelli più originali e curiosi.


Michael Youzhny è solito congedarsi dal pubblico rivolgendo ai 4 lati del campo il saluto militare con la mano sinistra e tenendo, con la mano destra, la racchetta sopra la testa a rappresentare un cappello. Sembra che questa esultanza sia un modo per onorare la memoria del padre, militare russo scomparso da alcuni anni, e al contempo ricordare le sue origini tennistiche; è proprio nei circoli dell’esercito sovietico, infatti, che  ‘Mischa’, ha iniziato a tirare i primi colpi.


Più  vivace l’esultanza di Jo Wilfred Tsonga. Il franco congolese, dopo le strette di mano con avversario e giudice di sedia, attraversa il campo con una serie di piroette fino a spiccare un salto finale in cui sfoga tutta la sua gioia.


Lukasz Kubot preferisce darsi al ballo. Il polacco è solito festeggiare le sue vittorie a passo di kankan. Un rito nato agli Australian Open 2011 quando Kubot promise al suo staff un’esultanza ‘speciale’ in caso di vittoria al primo turno contro lo statunitense Sam Querrey.


In tema di ballo anche il tennis femminile vanta il suo esempio; ma la tedesca Andrea Petkovic è stata costretta a rinunciare alla sua ‘Petko-dance’ poiché considerata da molti una mancanza di rispetto nei confronti delle avversarie sconfitte.


Fin qui le esultanze abituali. Tanti sono poi i modi di festeggiare istintivi ed  originali che hanno contraddistinto singole vittorie: dalla maglietta strappata in stile hulk dal serbo Novak Djokovic a seguito della maratona di 5 ore e 2 minuti che lo ha visto prevalere sullo svizzero Wawrinka negli ottavi di finale dello scorso Australian Open……………………..



…………………………….alla storica scalata di Pat Cash sulle tribune del centrale di Wimbledon per abbracciare il suo clan dopo la conquista dello slam londinese.


Nessun commento:

Posta un commento