giovedì 30 agosto 2012

Meteore italiane, Corrado Borroni

E’ Il 14 maggio del 1995. Il sottoscritto viene mandato, come raccattapalle, sul’ex centrale del Foro Italico (ora stadio Pietrangeli) dove sta per disputarsi uno degli incontri validi per l’ultimo turno di qualificazioni al tabellone principale maschile degli Internazionali d’Italia.
All’epoca gli Internazionali si disputavano nell’arco di due settimane, con il torneo femminile che precedeva quello maschile, e quella domenica tutti i riflettori erano puntati sulla finale femminile che avrebbe visto prevalere Conchita Martinez sulla connazionale Arantxa Sanchez.
Un po’ svogliato prendo la mia posizione in fondo al campo nella speranza che quell’incontro duri il più breve tempo possibile per consentirmi un affaccio sul centrale, ma la mia impazienza viene travolta dalla curiosità e simpatia verso il  personaggio che mi appresto a conoscere e a vedere per la prima volta: Corrado Borroni.
22 anni,  capelli lunghi stile Andrè Agassi, orecchino, completino bianco e rosa dell’Australian, n. 411 del ranking ATP, Borroni dà l’impressione di essere più svogliato di me, più interessato agli esiti del big match calcistico tra Lazio e Inter in corso a pochi passi di distanza, che al proprio match, tanto da rivolgersi al pubblico ad ogni boato proveniente dall’Olimpico per informarsi su chi abbia segnato.
Borroni è già uno dei miei nuovi idoli! il suo tennis, peraltro, non è niente male. Il rovescio, in modo particolare, sembra essere il suo colpo migliore.
Non ricordo né contro chi giocasse né tantomeno con quale punteggio si impose guadagnandosi l’accesso al main draw del suo primo torneo del circuito maggiore. Ricordo che quando lessi che al primo turno avrebbe incontrato la testa di serie n. 6, Evgenij Kafelnikov ebbi il sentore che potesse compiere l’impresa. E l’impresa ci fu.
Dopo aver perso il primo set, Borroni, trascinato dal pubblico del centrale, riesce a piegare il russo (3-6, 7-5, 6-3). ‘Lucio’, così ribattezzato dai romani per la sua somiglianza con uno dei personaggi dei film di Carlo Verdone, si concede il bis al secondo turno sconfiggendo lo spagnolo Roberto Carretero. Ma al terzo turno la favola del giovane milanese si infrange contro un avversario di ben più elevata caratura, Stefan Edberg, contro il quale riesce a racimolare appena due games.
Dopo l’apparizione agli Internazionali del 1995 Borroni prenderà parte ad altri due tornei del circuito professionistico. A Palermo, nel settembre del 1995 perde al primo turno dal francese Fabrice Santoro, mentre l’anno successivo riesce nuovamente a qualificarsi per gli Internazionali di Roma dove la sorte lo vede ancora opposto, sempre nel match d’esordio, a Kafelnikov. Questa volta il russo, pur costretto al terzo set, riesce a prendersi la rivincita (4-6, 6-3. 6-4).
Da allora di ‘Lucio’ si perdono le tracce. Nel 1997 è costretto a interrompere la sua promettente carriera a causa di un problema di artrosi alle anche, causato dalla sua imponente stazza fisica. Ma Borroni non ha abbandonato il mondo del tennis. Nel 2000 ha aperto una propria accademia seguendo, come coach, la carriera di alcune giovani promesse del tennis italiano.

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